SISTEMI DIAGNOSTICI NELL’AUTOMAZIONE: Generare profitti con le operazioni di manutenzione
28 luglio 2016
Le operazioni di manutenzione degli impianti industriali sono tipicamente viste come un centro di costo dai direttori operativi. Questa situazione determina una certa difficoltà nell’ottenere tempi di funzionamento ottimali dell’impianto, in quanto l’acquisto di adeguati dispositivi per la manutenzione fa parte dei compromessi tra il rispetto dei budget e la garanzia dell’operatività quotidiana. In questo documento cercherò di mostrare come gli strumenti di manutenzione possano generare un incremento dei profitti, compensando i costi iniziali.
I direttori operativi cercano costantemente di garantire la continuità della produzione, avendo a che fare con budget sempre più ristretti. Sempre più spesso quindi si prendono decisioni basate sul controllo dei costi iniziali, piuttosto che sui benefici a lungo termine. Le spese vengono decise in base alla loro categorizzazione come costi in conto capitale contro costi a breve termine per la manutenzione. Il metro di valutazione per giudicare il successo di un investimento in conto capitale è basato sul Ritorno sugli Investimenti (ROI). Al contrario, la valutazione del successo di un’attività di manutenzione viene fatta in base al contenimento dei costi.

Lavorando per PROCENTEC, assisto quotidianamente a questa dualità tra il management e le attività di gestione operativa. PROCENTEC lavora ogni giorno per superare l’errata concezione che investire nella manutenzione sia un mero costo e non un investimento a lungo termine con un proprio ROI. Bisogna prendere coscienza del fatto che gli investimenti in manutenzione siano un centro di profitto in quanto permettono di evitare il ‘costo opportunità’ (in economia è il costo dato dal mancato sfruttamento di un’opportunità, cioè il valore della migliore opportunità a cui si rinuncia effettuando una scelta).
Punto 1: CAPIRE QUALI SIANO I COSTI DI UN FERMO IMPIANTO
Il primo passo è quello di determinare correttamente quali siano i costi non legati al personale durante una fase di blocco della produzione. In base alla mia esperienza, questi costi possono essere:
• Mancati introiti per il blocco della produzione
• Costo di rimozione del prodotto dalla linea di produzione per svolgere riparazioni impreviste
• Costo di materie prime perse o prodotti danneggiati
• Costo-opportunità, fino a quando il processo di produzione non viene ripristinato
• Costo del personale supplementare per determinare la causa del guasto.
Altri costi possono essere aggiunti alla lista, in base al tipo di processo produttivo e di prodotto.
L’obiettivo è quello di includere nel conteggio la maggior parte dei persi e che non si possono sostituire.
Punto 2: CAPIRE IL VERO COSTO DI RIPARAZIONE
La seconda fase è quella di capire il reale costo di riparazione. In base alla nostra esperienza, i reali costi possono essere:
• Costo orario del lavoro degli addetti alla manutenzione
• Costo orario dei tecnici impiegati nell’individuare la problematica
• Costo del lavoro per effettuare la riparazione
• Costo dei materiali impiegati nella riparazione
Durante un fermo impianto inaspettato, un addetto alla manutenzione deve essere assegnato all’area in cui si è verificato il fermo. Una volta giunto nella zona del guasto, il manutentore deve scegliere lo strumento più idoneo per analizzare la situazione, con l’obiettivo di fornire chiarezza su quanto accaduto e di stimare i tempi e le modalità di riparazione. A parte il costo ovvio del personale, la quantità di tempo utilizzata per arrivare a una soluzione è molto preziosa. Ogni situazione che determini un aumento dell’efficienza in quest’area ha un alto e immediato ROI.
Punto 3: DETERMINARE I FERMI IMPIANTO IMPREVISTI
L’ultimo passaggio consiste nell’analizzare al meglio il fattore tempo all’interno di un’organizzazione.
Le variabili legate al tempo sono:
• Normali orari di lavoro
• Percentuale di attività eseguite durante il normale tempo di funzionamento (lasso di tempo in cui si stanno generando ricavi)
• Ore di fermo impianto inaspettato.
Grazie a questi 3 punti, possediamo le informazioni per creare un modello che ci permetta di visualizzare il ritorno economico di un’appropriata soluzione di diagnostica.
Conclusioni
Una volta stimate le variabili precedentemente descritte, è necessario ragionare sul tipo di soluzione necessaria. Per questo proponiamo il seguente modello:
Le definizioni del nostro modello sono le seguenti:
ASSE Y (Typical total Investment): Importo totale richiesto anticipatamente per l’investimento. Può essere decrescente o crescente.
ASSE X (Typical Solution): L’asse parte dalle soluzioni usate in modo passivo (temporaneamente o solamente al momento del bisogno) e si sposta verso soluzioni attive (Permanentemente installate)
ASSE DIAGONALE: Linea che indica la stima del Ritorno dell’investimento per installazioni che permettono di ridurre i tempi di inattività, di ridurre il tempo per identificare le cause nascoste e di creare un profitto.
Area degli investimenti
SOLUZIONE 1: Investimento iniziale basso per una soluzione tipicamente utilizzata al momento del bisogno. Tradizionalmente una soluzione reattiva.
SOLUZIONE 2: Investimento iniziale unitario crescente, con funzionalità sia attive che passive. Di solito richiede di usare la soluzione 1 per avere un quadro completo.
SOLUZIONE 3: Investimento iniziale più elevato. La soluzione permette un’elevata comprensione delle operazioni. Si tratta di una soluzione di tipo preventivo.
Zone di avvertimento
ZONA P: Prodotto perfetto, che raramente esiste. E’ il prodotto ideale per ogni operazione, in grado di bilanciare le diverse esigenze.
NGI (NO GO INVESTIMENT): Uno strumento molto costoso, il quale funziona solo quando viene impiegato direttamente. Consiste nell’investimento iniziale elevato per l’acquisto di sistemi che di fatto rimango spesso sullo scaffale, generando benefici limitati nel tempo.
NO GO ACTIVE (NGA): Uno strumento economico con funzioni attive.
Conclusioni
La conclusione che possiamo trarre da questa analisi è che una volta analizzata la situazione, si possa velocemente determinare quale sia la soluzione di diagnostica più idonea. La soluzione è data da una serie di opzioni bilanciate.
Da una lato, analizzando il tipo di soluzione di diagnostica, dobbiamo cercare di capire se questa:
• Permetta di aumentare l’efficienza identificando il problema
• Sia uno strumento che agisce in modo reattivo e in un tempo limitato oppure uno strumento fisso che agisce in modo preventivo
• Permetta di comprendere chiaramente l’intero processo.
Dall’altro lato dobbiamo chiederci:
• Qual è il costo per i fermi impianto non previsti?
• Qual è il potenziale profitto generato dalla riduzione dei fermi impianto?
• Qual è il costo iniziale della soluzione?
Con queste indicazioni un manager può bilanciare gli obiettivi degli ingegneri/manutentori e contemporaneamente le necessità del management. Capendo questi ragionamenti è possibile comprendere i benefici dati dalle soluzioni di diagnostica all’operatività di gestione. Gli esperti di PROCENTEC affiancano quotidianamente i propri clienti per individuare insieme a loro la giusta soluzione in base alle specifiche esigenze.
[Riadattamento del White Paper: How to earn money with properly diagnosing your network?]
Matthew Dulcey
Matthew Dulcey è Global Sales Manager di PROCENTEC, presso la casa madre in Olanda. Ha conseguito una laurea in Finanza presso la Drexel University e un master MBA presso la prestigiosa RSM Erasmus University. Nella sua carriera ha ricoperto diversi ruoli in aziende del settore chimico, del trattamento acque ed energetico. In PROCENTEC Matthew si occupa di International Business, fornendo le migliori soluzioni agli operatori internazionali del settore dell’automazione industriale.
Terminologia
ROI (Return on Investment): è un indice di redditività comunemente usato ed esprime, in termine percentuali, quanto 'rende' un investimento. La formula per calcolare il ROI si ottiene facendo il rapporto tra il reddito operativo (o margine operativo netto) e il totale degli investimenti considerati.
Il reddito operativo è un valore del Conto Economico in forma scalare, il totale degli investimenti viene invece dedotto dallo Stato Patrimoniale Riclassificato.
Costi in conto capitale: si tratta di spese per investimenti, che quindi prevedono ritorni sul lungo termine. Le attività di manutenzione comportano in alcuni casi investimenti sul lungo termine (si pensi all'acquisto di dispositivi per la diagnostica).
Costo-opportunità: si tratta di un calcolo che si effettua quando si prende una decisione tra più alternative. Misura il costo della soluzione che si è scelto rispetto al costo della migliore alternativa.